sabato 6 febbraio 2010

I ladri bussano sempre una (ma lunga) volta.


E dopo essere sopravvissuto all'attacco pseudo-asmatico (tutt'ora misterioso) che mi colse durante uno dei miei primi giorni qui a Melbourne, eccoci giunti al secondo capitolo delle disavventure di Matteo.
Nonostante non sia stata di certo un'esperienza piacevole, non può mancare come al solito la canonica cornice comica. Ero in casa, per la precisione mi trovavo seduto sulla tavoletta del cesso al secondo piano quando qualcuno di sotto cominciò a bussare alla porta in maniera insistente (per quasi un minuto!) ma come dissi più tardi alla polizia “ero very busy” e tra me e me pensai che chiunque fosse avrebbe potuto aspettare.

Dopo quasi un minuto quel rumore cessò di rimbombare lasciando spazio a un secondo rumore in sordina a cui non feci molto caso... tuttavia mai avrei pensato che dei ladri si stessero intrufolando in casa.
Appena uscito dal cesso vidi dall'alto qualcuno che frugava nella borsa di David, e non appena dissi “who is!” il o i malviventi se ne scapparono a gambe levate attraverso una porta (di cui ignoravo l'esistenza) presente sul lato del salotto e che probabilmente era rimasta aperta dopo la festa che David aveva organizzato qualche giorno prima... ad ogni modo se la porta fosse stata chiusa avrebbero semplicemente rotto il vetro.
Il cuore mi batteva a mille, ancora non sapevo se i due topi d'appartamento erano definitivamente scappati o stavano aspettando in giardino nascosti per darmi il colpo di grazia; ma la cosa più assurda che tutt'ora mi chiedo è la seguente “e se avessi aperto la porta?” cosa sarebbe successo? Mi avrebbero dato una martellata in testa? Anche perché non è normale che la gente apra il gate del tuo giardino e venga a bussarti alla porta di casa qui in Australia...
Più tardi mi appostai come una vedetta sulle scale guardando attraverso le due grandi finestre adiacenti alla strada. Dopo un'ora due tizi sospetti camminarono più volte avanti e indietro davanti a casa dando anche un'occhiata alla porta d'ingresso (infatti il “gate” del giardino era rimasto aperto in quanto non me la sentivo di andare in giardino)
Il giorno dopo la polizia venne a fare un sopralluogo per rilevare eventuali tracce di impronte digitali... ovviamente inesistenti. Le due poliziotte (le tipiche poliziotte da telefilm americano, pseudo-lesbiche e mascoline) dissero che due persone lo stesso pomeriggio avevano svaligiato un'altra casa, proprio nella strada di fianco alla mia... fortunatamente colei che ci abitava stava tornando a casa e a quanto pare la descrizione dei due tizi è quasi la stessa. La settimana prossima dovrò andare alla centrale di polizia per provare a riconoscere la faccia attraverso alcune foto. Ad ogni modo se non fossi stato in casa si sarebbero portati via tutti i computer e le cose di valore... che ansiaaa! D'ora in poi è meglio nascondere il mio laptop da qualche parte... o semplicemente portarmelo sempre dietro al cesso ahahah!
Ovviamente ogni volta che la gente sente la storia di Matteo “busy” nel cesso mentre i ladri gli entrano in casa, è inevitabile che parta qualche risata eheh.
Tra l'altro in casa c'è anche un sistema di allarme... forse è giunto il momento di cominciare ad usarlo.

E proprio ora, ironia della sorte è arrivata una lettera da parte della polizia, proprio per me! Con i vari numeri per aiutare ad identificare i ladri... ovviamente la lettera è indirizzata a Matteo ValeChi con un “C” sola, in quanto durante quella notte Ben sbagliò lo spelling del mio cognome al telefono... dando il via a facili ironie sul fatto che magari mi avrebbero espulso dalla nazione per colpa di una C ahah.

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