Pinguini & Polaretti
Torniamo al presente, torniamo a circa 10 giorni fa, quando mi sono recato insieme a una balda compagnia di australiani a Philipp island, ahimè non per fare un “sopralluogo” (parola che non so scrivere... come tante altre, e non cominciate a dirmi che basta aprire un dizionario o digitare da qualche parte) del circuito su cui corrono le moto, ma per andare a vedere i “famosissimi” pinguini di Philipp Island! E io aggiungerei anche: e che culo!...
Il viaggio in macchina dura circa 2 ore, momenti in cui mi sembrava di fare un tuffo nel passato remoto delle gite scolastiche delle elementari, quelle in cui si partiva con gli zaini carichi di panini, caramelle, e porcherie varie. Da sempre il concetto di viaggio mi ha molto affascinato (non “il viaggio” quello mentale che si deve esprimere durante i momenti più “drammatici”, o meglio progressive, delle canzoni tamarre da discoteca), l'idea di muoversi verso qualcosa, l'attraversare diverse paesaggi, scoprire come certi scenari siano incredibilmente simili ad altri già visti nei dintorni del monferrato (senza tuttavia il rognoso sottofondo musicale a base di zzzzzz delle zanzare).
Ad ogni modo il viaggio scorre velocemente, a forza di ingurgitare delle specie di Ritz al gusto di salsa Barbecue, patatine di ogni genere possibile e dulcis in fondo delle caramellone mollicciose al gusto di frutta... la cosa sconvolgente era vedere i miei amici australiani mescolare tutte queste cose assieme, bleah!
Appena arrivati nel centro turistico dei pinguini, veniamo accolti da una calorosa mascotte-pinguino e da un gelido freddo glaciale! Ahhhh, per fortuna mi ero portato dietro una maglia... di cotone.... il posto pullula di turisti da ogni parte del mondo, in particolare asiatici e mediorientali, alcuni avvolti dentro strati e strati di vestiti e giacche, altri muniti di coperte e cuscini...
Come se l'idea di vedere dei pinguini non mi esaltasse più di tanto, poco dopo essere entrato (e aver pagato la bellezza di 20 dollari e 40 centesimi... quaranta centesimi... ladri) scopro che i pinguini in realtà sono dei MINIpinguini della dimensione di una bottiglia di acqua rocchetta.
Ci sediamo su delle specie di spalti, perché ogni sera, verso le 8 – 9 i pinguini ritornano dal mare dopo aver pescato e vanno a dormire / mangiare nelle loro tane a ridosso della spiaggia all'interno di buchi scavati nelle collinette dell'isola.
Inizialmente non credevo che i pinguini andassero dentro quei buchi, erano troppo piccoli quei forellini!... ahimè mi sono dovuto ricredere dopo aver scommesso con Ben e avere malamente perso, infatti il guardiamo a cui abbiamo chiesto rispose: “of course stupid italian” ahah ok stupid italian non l'ha detto, ma era quello che sicuramente gli sarà passato per la testa in quel momento.
Passato i minuti, passa un'ora e quei maledetti pinguini non si vedono, nel frattempo il freddo non fa che aumentare, e Rob (amico di Ben) con la sua colorata maglietta comincia ad assumere la tipica posizione del pinguino o meglio del polaretto dolfin appena sfornato dal freezer!
Finalemnte arrivano queste piccole creature nere, e dagli spalti si sentono ululare grandi “ohhh” come se la gente avesse visto una statuetta della madonna lacrimare... in realtà l'unica cosa che si vede sono questi branchi di creaturine nere, che camminano lentamente verso le collinette...
Dopo aver assistito allo sbarco di Philipp island, secondo soltanto a quello in Normandia a quanto pare, si può assistere anche al ritorno a casa dei nostri prodi animaletti neri e almeno in questo caso mi devo un po' lasciare andare, infatti visti a pochi centimetri di distanza sono veramente carini, degli amori, tante piccole bottiglie di coca cola che si muovono in modo buffo e impacciato, non posso non nascondere che in quei momenti quegli animaletti mi hanno fatto sorridere in modo dolce e naturale, assorbendo tutta l'isteria derivata dal freddo glaciale dell'isola.
Finito lo spettacolo è ora di una bella cioccolata calda, per sbrinare le articolazioni, e per rimanere in tema con il viaggio “salutare” che ci aveva portato all'isola.
e domani una riflessione su quello che mi bazzica in testa eheh... che casino!
Etichette: australia, pamela artale, penguin, Philipp island
0 Commenti:
Posta un commento
Iscriviti a Commenti sul post [Atom]
<< Home page